Il punto di vista di cittadini che si mettono a disposizione di Alghero con le loro attitudini

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sabato 13 dicembre 2014

4.500 Attività “sommerse” vogliono riemergere.

Secondo stime molto condivise, e considerate al ribasso, le 4.500 attività in  questione sarebbero l’insieme di chi adibisce saltuariamente proprie case private alla ricezione turistica.
Si tratta di una attività “sommersa”, non dichiarata come sarebbe richiesto: tuttavia senza aver prodotto danni economici al Comune, e, anzi, dando una mano a migliorare la produttività turistica della città, con una offerta aggiuntiva di almeno 10.000 posti letto.
Il prossimo varo della Tassa di Soggiorno potrebbe rappresentare, per il Comune, il momento di recuperare radicalmente la situazione.
Infatti, dal prossimo primo gennaio, esisterà l’interesse economico, cioè la tassa di soggiorno; ed il Comune ha mostrato di disporre di uno strumento di controllo grazie all’adozione di un nuovo sistema informativo online per le attività alberghiere.
Tuttavia per favorire una riemersione effettiva, senza nuovi contrasti, compromessi e rinvii, sarebbe necessario rivedere alcune regole previste dalla Regione e dal Comune.
Andrebbe eliminato il limite regionale di 120 giorni, per favorire un effettivo ampiamento della stagione turistica, che questa tipologia extra-alberghiera ha già dimostrato di saper produrre.
Va rivisto senza dubbio, secondo il principio di equità, l’importo dell’ammenda stabilita dalla Regione, per questa categoria alberghiera, nel documento del 30 luglio 2007, a 1.500-3.000 €. Si tenga che queste strutture produrranno in media una tassa di soggiorno annuale non superiore a 150/200€.
Gli esperti del Comune dovrebbero valutare che le specifiche del nuovo sistema, non rispondono bene alle necessità delle categorie extra-alberghiere minori, secondo le definizioni che, per queste tipologie sono nel documento della Regione Sardegna già citato.
L’uso “occasionale” di privati ad uso ricettivo è incoraggiato nel documento citato, così come l’esercizio “saltuario” del ospitalità nei B&B, lasciando intendere che l’immobile possa tornare nella disponibilità privata del proprietari, fra una occasione turistica e l’altra.
Il nuovo sistema informativo priva i proprietari di questo diritto: in qualunque momento, nel periodo di attività, la struttura privata può essere soggetta ai controlli comunali e, qualora vi si trovino degli ospiti, non turisti, ma amici o familiari non residenti, dovrebbe essere contestata una infrazione, senza riguardi per i diritti del proprietario di disporre liberamente della propria casa quando non siano in corso attività ricettive turistiche.
Ma anche altri punti dei regolamenti comunali andrebbero perfezionati per non costringere i titolari di queste strutture extra-alberghiere ad un carico di lavoro amministrativo troppo pesante: dichiarare gli stessi dati a tre diversi enti; preparare comunicazioni che rielaborano dati da prelevare in ogni caso dal database comunale.

Si potrebbero ipotizzare varie proposte per ridurre questi inconvenienti, pur senza abbandonare il software prescelto. Sarebbe impresa facile e vantaggiosa per tutti recuperare senza conflitti le migliaia di attività oggi sommerse, con vantaggi reciproci dei gestori e del Comune.

Patto Civico

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